Il dopoguerra e lo sviluppo

Dopo il difficile dopoguerra e l'alluvione del 1954 Salerno diventa protagonista di un ampio fenomeno di immigrazione che darà vita a moderni quartieri nella zona orientale della città.

Un periodo di sviluppo, caotico ma vitale, investe la città dal dopoguerra agli anni del boom economico. Nonostante la disastrosa alluvione del 1954, nuovi quartieri sorgono, la città cresce, c’è un grande incremento di fabbriche e di attività economiche che fanno di Salerno una disordinata protagonista della fase del "boom". In questo momento gli sforzi e le risorse si concentrano sullo sviluppo economico. Ricevono meno attenzioni settori come la cultura e il turismo.

Salerno negli anni Sessanta diventa uno snodo importante dell’autostrada del Sole e dei collegamenti stradali tra nord e sud. A differenza di altre città del Mezzogiorno, è interessata da un ampio fenomeno di immigrazione che porta alla costruzione di moderni quartieri nella parte orientale della città.

La spiaggia ingombra delle macerie della guerra si trasforma nello splendido Lungomare, centro della vita cittadina e luogo del passeggio e dell’aggregazione, con i tavolini all’aperto durante la bella stagione. Un’opera notevole è realizzata: la Chiesa della Sacra Famiglia di Paolo Portoghesi

Nasce l’Università, prima con la sola facoltà di Magistero, poi dopo il 1968 con l’istituzione delle altre facoltà, fino a prefigurare quello sviluppo nella Valle dell’Irno che ha visto la nascita del Campus di Fisciano. 

Nell’ultima fase – gli anni Ottanta – si avviano una serie di opere pubbliche e di interventi, che iniziano a prefigurare un nuovo volto della città, dal nuovo Porto, al Trincerone, alla pedonalizzazione del Corso Vittorio Emanuele

A Salerno, nel bene e nel male, si concentrano tutte le risorse e tutti i problemi che caratterizzano il resto d’Italia in quegli anni, con una vivace vita politica e culturale, la contestazione giovanile, gli scontri politici, la voglia di riscatto e di rinascita

 

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