Alfano I
Alfano I, medico, vescovo, politico, fu un gigante della cultura e della storia meridionale nell’XI secolo. E fu anche grande letterato, autore di poesie religiose e dedicate agli amici.
Straordinario personaggio, il vescovo Alfano. Fu un grande religioso, un grande medico, un grande letterato. Davvero un uomo che riassume in sé al meglio quei concetti di armonia delle scienze, dello spirito, dell’anima caratteristici della Scuola Medica.
Nacque a Salerno tra il 1015 e il 1020, da nobile famiglia, partecipò alla vita politica della città, e poi dell’Europa cristiana, collaborando alla riforma della Chiesa avviata dal grande Ildebrando di Soana, papa Gregorio VII. Fu uomo di chiesa legato all’abbazia di Montecassino, fu medico e scienziato traduttore dal greco di classici della medicina, fu fine autore di poemi.
Divenne amico di Desiderio, l’abate di Montecassino, che si era venuto a curare nella nostra città, e con lui condivise per anni impegno politico e religioso.
Partecipò a molti concili, ed ebbe anche l’onore di ospitarne uno a Salerno nel 1068. Fu in conflitto con il principe longobardo Gisulfo, poi si oppose ai normanni, ma quando il Guiscardo conquistò la sua città, riuscì a convivere con lui e lo convinse a edificare la splendida cattedrale che conserva le reliquie di San Matteo. E a Salerno ospitò poi Gregorio VII, condotto qui dal Guiscardo che lo aveva salvato dall’assedio dell’imperatore Enrico IV. E a Salerno Ildebrando trovò pace nei suoi ultimi mesi di vita e anch’egli è sepolto nella nostra cattedrale, che lui stesso aveva consacrato.
Viaggiò molto, andò in pellegrinaggio a Gerusalemme, fu prima prigioniero dell’imperatore d’Oriente e poi da lui fuggiasco, fece della sua vita un monumento alla fede, alla scienza, alla letteratura.
Scrisse molto, infatti, e come letterato è da ricordare ancor più che come uomo politico e di fede. Compose numerose opere poetiche, in onore dei Santi, anzitutto, per celebrare le loro liturgie. E poi dedicati a molti amici, vescovi e monaci legati alla sua amata Montecassino, e forse la sua poesia d’amicizia è letterariamente quella più pregevole. Scrisse anche una serie di saggi di teologia, e, ovviamente, di medicina, alcuni originali, altri tradotti dal greco.