Tradizioni

Ricca di storia e forti tradizioni Salerno è una meta turistica apprezzata anche per la sua variegata proposta culturale.

Le tradizioni nelle nostre città si sono stemperate. Eppure, tra nuove feste del calendario del marketing, eventi culturali, occasioni e opportunità varie, a Salerno rimane ancora il senso della tradizione, con una serie di festeggiamenti e di ricorrenze che vengono perpetuati. Spesso, tali tradizioni sono mutate, si sono tinte di consumismo, sono state contaminate, ma, in una città del Sud, nel fondo c’è ancora il senso del passato e della sua tutela.  

Le tradizioni sono legate alle stagioni e alle ricorrenze religiose, scandite da un calendario immutabile, che trae la sua linfa dalla devozione cristiana, ma che spesso ha radici più antiche, nella tradizione ancora più remota, pagana. 

Seguendo il calendario e iniziando dall’inverno, Salerno si caratterizza per un mix di tutto quello che abbiamo detto: antica tradizione, evento innovativo, ricorrenza religiosa. Natale è il periodo delle Luci d’Artista, l’evento che richiama centinaia di migliaia di visitatori da tutta Italia. Le luminarie natalizie sono caratteristiche del periodo, che è il più buio dell’anno e quindi ha bisogno di una forza in più per consentire la ripresa del sole e il ritorno della bella stagione. 

Natale è periodo di grandi mangiate. La sera della Vigilia la tradizione è legata al pesce, oggi pregiato e cucinato con mille ricette da chef, ieri era protagonista il baccalà e le alici, il pesce povero che nel mare di Salerno vede delle specie gustose e ricche di oli salutari. Lo stesso pesce azzurro che oggi si mangia nel cuoppo e che dà vita a quella colatura, che da piatto poverissimo dei pescatori, è diventato prelibatezza da tavole ricche. 

I dolci caratteristici del Natale sono i mostaccioli, i rococò (biscotti secchi, i primi al cioccolato, i secondi con le mandorle). Ma il più tipico dolce salernitano è il raffaiolo una tortina glassata alla ricotta. 

Il Carnevale a Salerno non è particolarmente sentito. Più importante era la festa di Sant’Antuono (sant’Antonio Abate), il 17 gennaio, data d’inizio del periodo carnevalesco. Si accendevano grandi fuochi all’aperto per festeggiare il Santo, tradizione che è ancora importante a Vietri sul Mare, alle porte di Salerno, dove la tradizione dei ceramisti si dedica al Santo del fuoco e del forno. Il vero rito carnevalesco per i salernitani è però il martedì grasso, con la preparazione della lasagna, specialità di tutte le case, ripiena di polpette, uova sode, salame, formaggio e condita con abbondante ragù di maiale. 

Pasqua è, a parte la tradizione religiosa e i tanti esempi di devozione popolare e di eventi cultural-turistici, l’occasione della pastiera. Non c’è dolce campano, nemmeno la sfogliatella o il babà, che rappresenta il meglio della tradizione pasticciera. Dolce casalingo, non da grande pasticceria, dolce che in ogni casa a Salerno viene preparato in una gara a chi fa la migliore. Ricotta, pastafrolla, grano ammollato nel latte, e essenza d’arancia, il vero profumo della pastiera, dolce senza il quale la Pasqua a Salerno non è tale. 

Maggio è un mese importante per la tradizione locale. È il mese della Fiera del Crocifisso, che ha origini medievali e che addirittura ha caratterizzato Salerno per secoli. La Fiera che si svolgeva in quella che è l’attuale zona del Carmine, era una delle più importanti fiere di bestiame, ne parla, tra gli altri, il Pentamerone, il famoso Cunto delli Cunti di Basile, che nella Fiera di Salerno del bestiame ambienta una novella. Oggi la Fiera del Crocefisso, legata a un altro miracolo, quello del Mago Berliario, si svolge nel Centro Storico con una rievocazione medievale, un evento che i salernitani non perdono (Fiera del Crocifisso Ritrovato). 

Ma maggio è anche il mese della traslazione delle reliquie di San Matteo, che, in qualche modo, inaugurano i festeggiamenti per il Santo Patrono, a cui i salernitani sono devotissimi. Le reliquie arrivarono miracolosamente in una barca su una spiaggia cilentana e da lì il Principe Longobardo le portò a Salerno, dove sono ancora conservate. 

L’estate è l’occasione della Madonna che vien dal Mare, un prezioso quadro miracoloso della Madonna, che viene trasportata in barca fino alla Piazza della provincia, per essere portato nella Chiesa di Sant’Agostino dove viene venerata. La barca che la trasporta è scortata da altre barche, battelli, navi, che l’accompagnano in processione marina, mentre da terra e dagli imbarchi vengono sparati botti e fuochi. 

San Matteo è la festa di tutti i salernitani. Le reliquie dell’Evangelista sono conservate nel Duomo a lui dedicato, il Tempio per eccellenza della devozione e dell’identità salernitana. Il giorno della festività, il 21 settembre, la città è a festa, anche se le antiche bancarelle e la fiera ad esse connessa non allietano più la città come un tempo. Nell’atrio del Duomo si preparano le statue che parteciperanno alla processione della sera, tra addobbi floreali e l’omaggio devoto dei cittadini. In serata inizia la solenne processione, che si sviluppa lungo le strade principali del Centro tra ali di folla. Le statue sono sei, prima i tre Santi protettori antichi della città, i tre martiri cristiani uccisi ai tempi di Diocleziano, Ante, Caio e Fortunato, con statue efebiche e dai lunghi capelli, tanto che nella devozione popolare – sempre tendente all’irriverenza – sono detti ‘e ssore i San Matteo, le sorelle del Santo. Poi segue la statua del papa Gregorio VII, il santo che si oppose alla prepotenza dell’imperatore Enrico IV nell’XI secolo, e che, fuggito da Roma, è ora seploto nel Duomo. Poi c’è la statua di San Giuseppe, la più pesante, portata dagli artigiani, mentre le altre tradizionalmente erano portate dai pescatori. Infine, con i portantini vestiti di rosso (ogni Santo ha un colore diverso), viene la Statua di San Matteo, che chiude la processione. A mezzanotte straordinari fuochi d’artificio a mare, con i salernitani, che hanno mangiato tutta la sera i panini con la milza e i cartocci di musse ‘e puorc, rientrano a casa, a commentare quello che hanno visto. 

Poi ci sono le tradizioni recenti, legate a eventi culturali che hanno preso una loro cadenza e ritualità laica. A Salerno ci sono due importanti festival dedicati al cinema. Il primo, nato nel 1946 con un padrino d’eccezione, Vittorio De Sica, era inizialmente dedicato al “passo ridotto”, e oggi continua dopo più di 70 anni a raccontare la settima arte (Festival Internazionale del Cinema di Salerno)

L’altro, più recente, ma giunto già a ventiquattro edizioni, è il Linea d’Ombra Festival, dedicato al cinema giovane e alla commistione del cinema con i linguaggi più moderni del visuale e del multimediale. 

Il Festival della Letteratura, che ha già più di dieci edizioni alle spalle, si è caratterizzato come il più importante festival letterario del Sud Italia, con una partecipazione di scrittori e di pubblico sempre più importante. 

Ma gli eventi culturali a Salerno sono tantissimi, e questo portale li vuole tutti raccontare.