Carlo V a Salerno
Carlo V nel suo viaggio in Italia Meridionale, attraversò Salerno e fu ospite del Principe Ferrante di Sanseverino, che coltivava per la città un sogno di capitale culturale.
Carlo V, l’imperatore d’Asburgo sul cui regno il sole non tramontava mai, il 18 novembre 1535 arrivò in visita a Salerno. L’imperatore aveva compiuto una vittoriosa spedizione militare a Tunisi, e da conquistatore e guerriero, decise di attraversare la parte meridionale del suo Regno per arrivare a Roma e poi proseguire per il Nord Europa. Il viaggio durò più di due mesi, toccò più a lungo la Sicilia, per poi attraversare la Calabria ed entrare nei possedimenti del Principe di Salerno, Ferrante di Sanseverino.
Tra storia e leggenda – alla certosa di Padula si parla di una mitica frittata di mille uova per l’imperatore che si era fermato lì per dedicarsi a una battuta di caccia – alcuni storici narrano di una sosta a Salerno, ospite del Palazzo Ruggi d’Aragona. Certo il principe di Salerno aveva organizzato la tappa campana con grande attenzione. Residente tra Napoli (dove abitava nel palazzo diventato poi la Chiesa del Gesù Nuovo) e Salerno, aveva l’idea di un Regno di Sicilia autonomo, e a Salerno aveva ospitato una serie di letterati e intellettuali che ne avevano fatto la capitale culturale dei suoi possedimenti.
Da Agostino Nifo a Bernardo Tasso (il padre di Torquato, che qualcuno ipotizza sia nato qui), fino a Girolamo Seripando, uno dei protagonisti del Concilio di Trento, furono molti e di alto livello gli intellettuali alla corte salernitana di Ferrante. E questo fu il epriodo in cui Andrea Sabatini, allievo di Raffaello, dipinse le sue opere più belle e famose, oggi conservate a San Giorgio e nella pinacoteca del Museo Diocesano. La visita di Carlo V doveva celebrare il potere del Principe, e dare alle sue idee di autonomia una legittimazione.
In occasione della visita, Carlo V conobbe la bella e nobilissima moglie di Ferrante, Isabella di Villamarina, con cui resterà in contatto per anni con uno scambio epistolare – oggi conservato in Spagna – di tipo culturale. E il rapporto tra l’Imperatore e la Principessa continuò anche dopo la fuga del marito in Francia, fuga dovuta alla mancata realizzazione dei suoi sogni di autonomia dalla Corona Spagnola. Con la scomparsa di Ferrante finì anche il progetto di una capitale culturale a Salerno, che conobbe la fase più oscura della sua storia, fase che la portò a una decadenza da cui non si sarebbe più ripresa.