Un nuovo risveglio.
Il “Sogno di una notte di mezza estate” della commedia di Shakespeare avviene in una notte fra il 21 e il 25 giugno. Forse nella notte di San Giovanni. Fine del solstizio d’estate.
In quella notte lo scontro fra maschile e femminile, fra resa e attacco, sempre al lume del chiar di luna, diventa tempo di anarchia dei sensi, ambiguità e visioni, mentre gli spiriti volteggiano liberi fra i boschi facendo smarrire la giusta via ai viandanti.
Perché rappresentare oggi questo Sogno che potremmo definire, secondo la nostra tradizione, di “inizio estate”?
Per rigenerarsi, per purificarsi, smarrire la via intrapresa, tornare ad interrogarsi, abbandonare le certezze acquisite e fare spazio al rinnovamento.
Ed è quanto avviene a teatro, quando si assiste al rito della rappresentazione. Gli attori ci conducono per mano attraverso il buio, ci danno, con la loro stretta, il coraggio di attraversare la notte, ci invitano a sognare con loro, per un breve ma significativo lasso di tempo.
È il trionfo della vita e dell’amore questa commedia.
Protagonisti di questo adattamento, che segue quello di “La tempesta”, sono proprio i “guitti”, gli attori superbamente descritti da William Shakespeare, punto di contatto fra mondo umano e mondo magico, che danno vita a una storia che entra nell’altra in un labirinto di magia e intrugli amorosi, che qui non uccidono come in Romeo e Giulietta, ma creano un caos salvifico.
Puck, lo spiritello magico, antesignano del futuro Ariel de “La tempesta” del bardo inglese, istilla il succo del fiore magico sugli occhi dei protagonisti di questo sogno, attori e spettatori, per invitarci a scavare nel profondo della nostra anima ed invitarci ad un nuovo risveglio.
SOGNO da una notte di mezza estate di William Shakespeare
adattamento e regia di Rosario Sparno
con Gennaro Apicella, Angelica Bifano Bevilacqua, Luca Iervolino, Lukas Lazama, Biagio Musella
produzione Casa del Contemporaneo