Con i suoi archi su quattro livelli, il monastero di San Lorenzo, di antichissima fondazione, domina il panorama del Centro Storico Alto.
Il Monastero di San Lorenzo è tra i più antichi siti conventuali che sorsero nella zona Plaium Montis, in alto e lontano dall’abitato ma all’interno delle mura cittadine, sull’unica strada che portava al Castello e con un punto d'osservazione della costa da Agropoli a Capo d’Orso.
Il primo documento che ne attesta la presenza risale al 976, ma molti presuppongono che possa essere stato eretto sulle rovine di un antico palazzo longobardo.
Alla fine del XII sec il monastero conosce un momento di grande splendore e ricchezza: Papa Bonifacio VIII autorizza la figlia del gran cancelliere Giovanni da Procida, a trasferirsi dal Convento di S. Spirito insieme ad altre sorelle per introdurvi la regola di S. Chiara. Giovanni da Procida provvede a proprie spese al restauro del monastero.
Nel 1586, a seguito di un decreto di Papa Sisto V che accorpa i monasteri, le clarisse sono costrette ad abbandonare il S. Lorenzo per unirsi nel monastero di S. Michele Arcangelo, alle monache della Pietà e di S. Spirito. Il monastero decade nella struttura, diviene asilo di malviventi ed è depredato degli ornamenti più preziosi.
Nel 1616 i Padri Riformati lo acquistano e provvedono ad una nuova ristrutturazione su progetto steso nel 1620 dagli Ingg. cavesi Matteo Vitale e Gioan Lonardo Caffaro e dall’Ing. lombardo Camillo Migliaccio. La struttura, elevata su quattro piani, viene dotata di un ingresso più agevole e circondata da orto – uliveto e giardino. La strada di accesso è resa più ampia ed abbellita con varie fontane.
I lavori procedono nonostante le numerose controversie con altri ordini religiosi relative al muro di divisione con il S. Nicola, all’utilizzo dell’acqua di varie sorgive, alla delimitazione di alcuni terreni, al diritto di precedenza nelle processioni.
Nel 1707 viene realizzata la biblioteca, collocata al quarto piano dell’edificio, in tre stanzini contigui.
Nel 1811, a causa di decreti napoleonici, il monastero viene soppresso e qualche anno dopo ripristinato, poi definitivamente soppresso nel 1866 e annesso al vicino Orfanotrofio Provinciale Maschile, ubicato nel S. Nicola de Palma, che ne diventa anche il legittimo proprietario.
Il 16 ottobre del 1953 il Provveditore agli Studi di Salerno comunica all’Orfanotrofio Umberto I l’autorizzazione ad aprire una scuola d’arte con sezione ceramisti che viene collocata all’ultimo piano del S. Lorenzo. Viene anche organizzata con il M° Pasquale Avallone, in altri locali del S. Lorenzo, una scuola facoltativa di disegno che declinò parimenti all’inserimento obbligatorio della materia negli Istituti a carattere Professionale e scomparve definitivamente alla morte dell’Avallone.
Nel 1954 parte del monastero e la chiesa vengono affidati ai Francescani di Piazza Ferrovia, mentre la restante parte rimane di proprietà dell’Umberto I ed è adibita per civili abitazioni. Nell’ottobre dello stesso anno, in occasione della tremenda alluvione che colpisce Salerno ed in particolare la zona del Canalone, l’edificio subisce gravi danni ed i frati si distinguono, con altri, per le opere di soccorso prestate sin dalle prime ore dell’evento.
Nel 1957, in alcuni locali del S. Lorenzo, vengono collocate le aule di una Sezione dell’Ist. Prof.le Trani per compositori-linotipisti e legatori, nel 1970 viene allestito il Centro di Lettura dell’Umberto I e nel 1979 la sezione di ceramica della scuola d’arte torna nei locali dell’ultimo piano . Dopo essere stato fortemente danneggiato in seguito all'alluvione del 1954 e del terremoto del 1980 è diventato proprietà del Comune di Salerno che, ottenuto un finanziamento europeo, ne ha attuato il restauro facendone la sede del proprio Archivio Storico.