Street Art alle Fornelle

Nel rione Fornelle, antico quartiere medievale abitato dagli amalfitani, un progetto di Street Art dedicato a Alfonso Gatto riqualifica il quartiere e offre un'ulteriore attrazione per i turisti.

Il Rione Fornelle è un originale enclave nel Centro Storico di Salerno, luogo di un interessantissimo esempio di recupero culturale grazie alla street art. Ed è il quartiere in cui è nato ed è cresciuto Alfonso Gatto, il poeta che ha segnato la vita culturale della città nel secondo dopoguerra e a cui è dedicato l’intervento di riqualificazione. 

Ma andiamo con ordine. Le Fornelle nasce come quartiere nel IX secolo, quando qui vengono trasferiti – deportati, in verità – degli amalfitani dal principe longobardo Sicardo. Il quartiere ruotava intorno alla Chiesa di Santa Trofimena, patrona di Minori. Il nome del quartiere deriva, forse, dai forni che gli amalfitani costruirono per le ceramiche di cui erano grandi fabbricatori.

Il quartiere ha avuto una lunghissima storia, è nascosto dalle direttrici stradali principali del Centro Storico, così che molti salernitani non ci hanno mai messo piede. Al centro del quartiere c’è la piazza Matteo d'Aiello e la sua Fontana delle Fornelle (XVII sec.). Tutta l’area fu devastata dalla terribile alluvione del 1954, così che oggi le case popolari del Novecento si affiancano ai resti costruiti mille anni prima. 

In questo Rione, anima della vecchia Salerno, nel 2014 è stato lanciato un progetto denominato Muri d’autore, con l’obiettivo di recuperare il legame tra Alfonso Gatto e la sua città, e di fare un intervento di street art che riqualificasse l’intera area. Il progetto in realtà è partito con la realizzazione di un murales fuori dal Rione, un’opera di GreenPino (l’artista Pino Rescigno), sui gradini del rione Mutilati. Ma poi l’intervento si è concentrato sui muri delle Fornelle, creando un museo a cielo aperto con opere di vari artisti. Il progetto è stato coordinato dal poeta Valeriano Forte e dall’artista Pino Roscigno in arte GreenPino, il tutto sotto la tutela della Fondazione Alfonso Gatto, diretta da Filippo Trotta, nipote del poeta, 

Murales, poesie disegnate sui muri, uso del dialetto, richiamo al mare, ritratti di artisti come Pino Daniele, Totò, Massimo Troisi, un intervento totale, che ha lavorato sull’identità locale, ma che oggi è anche richiamo per turisti. 

Ma l’ambizione dei responsabili è ampia e non si chiude nel Rione. Come abbiamo detto, opere sono realizzate in altre zone della città, nel Centro Storico (ad esempio al Vicolo della Neve, dove c’è una storica pizzeria frequentata da Alfonso Gatto), o con l’intervento di maggior impatto: un ritratto ideale di Trotula de Ruggiero realizzato dall’artista napoletano Jorit in un parcheggio vicino alla stazione ferroviaria. A dimostrare che l’arte può invadere tutta la città.

 

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