Arechi II
Arechi II, principe longobardo, è il secondo fondatore della città di Salerno. Nell’VIII secolo Salerno, grazie a lui, diventa la città che darà vita alla Scuola Medica Salernitana e che sarà definita Opulenta Civitas.
Arechi, principe longobardo, è il vero e nuovo fondatore della città, che già esisteva in epoca romana, ma che era caduta in decadenza dopo la fine dell’impero. Il dominio dei Longobardi iniziò in Italia nel 568 con la conquista del Friuli, a cui seguì, in pochi anni, quella di tutta la penisola, specialmente, nelle sue zone interne. I longobardi furono gli ultimi “barbari” a invadere l’Italia. Popolazione germanica di origine scandinava, erano guerrieri nomadi divisi in classi sociali, alla testa dei quali c’erano, appunto, i guerrieri. Da Cividale a Pavia, la capitale, da Spoleto a Benevento, le città longobarde per due secoli furono i centri di vita politica dell’Italia. Nel 774 Carlo Magno discese in Italia e sconfisse l’ultimo re longobardo, Desiderio, dopo aver ripudiato la figlia Ermengarda che aveva sposato (chi ricorda: “Sparse le treccia morbide sull’affannoso petto…”?). L’Italia Settentrionale fu, dunque, annessa al ricostituito Impero Romano d’Occidente.
Solo Benevento e la parte meridionale della penisola rimasero Longobarde, e qui Arechi, che aveva sposato un’altra figlia di Desiderio, pose le basi della Langobardia Minor, come venne chiamata la parte meridionale del dominio longobardo.
Arechi decise di trovare uno sbocco al mare, e, quindi, si trasferì a Salerno, seguito da un gruppo di nobili Longobardi, e la rifondò come sua nuova capitale. Rafforzò il castello edificato dai Bizantini, castello ancora oggi a lui nominato, costruì un grande palazzo per sé in fronte al mare, e costruì la Cappella Palatina, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, nel posto in cui ancor oggi possiamo visitarla.
Arechi regnò su Salerno fino al 787 per quasi trent’anni e cercò, da un lato, di vivere in pace con Carlo Magno, ingombrante vicino del Nord, e, dall’altro, di espandere il potere della città verso il Sud, a spese dei bizantini, segnando così la politica di Salerno per i secoli successivi. Il Chronicon, scritto da un anonimo salernitano nel X secolo, narra dello splendore della reggia di Arechi, e così descrive l’accoglienza dell’ambasciatore di Carlo Magno:
“All’uno e all’altro lato della scalinata del palazzo fece disporre alcuni giovani, che reggevano con le mani sparvieri e altri simili uccelli; distribuiti poi, paggi adolescenti, dei quali alcuni reggevano con le mani anch’essi sparvieri, altri uccelli diversi, mentre altri giovani giocavano tra loro presso un tavolo. Qua e là fece sistemare sparpagliate, come si è detto persone anziane e, infine, fece disporre in circolo alcuni vecchi con in mano un bastone e circondato da essi, in un trono d’oro, sedeva il principe”. Paolo Diacono, lo storico longobardo vissuto alla sua corte, scrisse in suo onore dei versi di commiato: “Hai ornato la patria di scienza, costruzioni, regge, per cui eterna sarà la tua gloria. Tu sei stato per i tuoi sudditi pace, porto, salvezza, gloria, delizia, universale amore”.
Il principato longobardo durò per più di tre secoli, fino all’arrivo di Roberto il Guiscardo, il normanno che unificò, infine, l’intero Mezzogiorno d’Italia e mise le basi di quel regno che poi fu fondato dal nipote Ruggiero.