Giovanni da Procida
Giovanni da Procida, ministro di Federico II e poi dei suoi figli, ampliò il porto di Salerno e diede vita all’importantissima Fiera di san Matteo.
Giovanni da Procida (1210-1298) fu uno dei maggiori collaboratori della dinastia sveva, lavorando con Federico II e poi con Manfredi, per continuare, dopo la caduta di Corradino, la politica anti-angioina, che lo portò a organizzare i Vespri Siciliani, e alla conquista Aragonese della Sicilia.
Era un medico, secondo la tradizione degli intellettuali salernitani, ed è legato a Salerno, oltre che per la nascita e la residenza, a due grandi interventi che mutarono il volto della città. Ampliò il porto in quello che ancora oggi è noto come “Molo Manfredi”, a ricordare il re che autorizzò i lavori condotti appunto da Giovanni d Procida. Fu poi il creatore della Fiera di San Matteo, che per secoli caratterizzerà la città e che divenne il momento di massimo sviluppo economico fino alla soglia dell’epoca contemporanea. Della Fiera parla nel Seicento Lo Cunto delli Cunti, a testimoniare la sua fama, e ancora nel Settecento c’è qualche viaggiatore del Grand Tour che a Salerno visita la Fiera.
L’evento si svolgeva per San Matteo e si sviluppava in una vasta area che andava da Porta Nova fino alle pendici del Carmine, con mercanti che venivano da diverse parti del mondo. La Fiera ospitava animali, tra cui cavalli da tutta l’area del Mediterraneo, e nei banchi fissi, che coprivano tutta l’area fieristica, venivano ospitati mercanti del Nord Europa, africani, oltre agli amalfitani, ai genovesi, ai veneziani, i grandi commercianti dell’epoca.
Il ruolo di Giovanni da Procida nei Vespri Siciliani è riconosciuto da Giuseppe Verdi che lo mette in scena come personaggio dell’omonima opera.