Ippolito da Pastina
Ippolito da Pastina è il Masaniello salernitano, rivoluzionario che cerò di liberare la città dall’oppressione spagnola.
Ippolito da Pastina è l’eroe della rivoluzione salernitana antispagnola del 1647, quella che a Napoli si identifica con Masaniello. E il nostro Ippolito è il Masaniello salernitano, nato nel quartiere delle Fornelle, figlio di un fornaio, contro l’oppressore governo spagnolo prese il controllo della città e installò il suo comando nel Forte La Carnale. Ippolito ha fatto il pescivendolo ambulante perché la bottega del padre è fallita, è un attaccabrighe e viene condannato ai lavori forzati.
Ma in occasione della rivoluzione napoletana, fugge e suonando il campanile di Sant’Andrea de Lavina, la chiesa del suo quartiere, chiama i salernitani alla rivolta. Dal Forte La Carnale Ippolito comanda i suoi, fa incursioni nella città ancora in mano ai filo-spagnoli, comanda spedizioni in tutta la provincia, si accredita con il governo della Repubblica di Napoli e ottiene la carica – onorifica – di governatore della provincia di Salerno e della Lucania.
Quando i francesi, schierati con i rivoltosi, arrivano con la loro flotta, Ippolito si schiera con loro, ma in una furiosa battaglia con le truppe spagnole, viene battuto. I vincitori si accaniscono contro i rivoltosi e impiccano i capi-popolo a Piazza Portanova, ma non Ippolito, che è riuscito a fuggire a Roma, dove chiede aiuto all’ambasciata francese.
Ma la causa della rivoluzione è persa, Salerno, insieme al tutto il Vice-Reame resterà sotto il dominio spagnolo ancora per decenni, e le speranze di un Mezzogiorno libero dal malgoverno e dall’oppressione dovranno essere archiviate. Ippolito morirà a Roma nel 1656.