Matteo Silvatico
Matteo Silvatico, medico salernitano, autore di importanti trattati sulle erbe medicinali, fu medico di Roberto d’Angiò e fondatore del Giardino della Minerva.
Matteo Silvatico (1245-1342), medico di Roberto d’Angiò, re di Napoli, porta la fama della Scuola Medica nel secolo di Boccaccio, che gli sarà amico e che lo ritrarrà in una novella, la X della IV giornata, sotto il nome di Mazzeo della Montagna: “Dovete adunque sapere bellissime giovani – scrive Boccaccio, facendo raccontare alla sua gioventù gaudente -, che ancora non è gran tempo che in Salerno fu un grandissimo medico in cirugia, il cui nome fu maestro Mazzeo della Montagna, il quale, già all’ultima vecchiezza vicino, avendo presa per moglie una bella e gentil giovane della sua città”.
Matteo dunque è personaggio importante, Boccaccio non gli fa fare una bella figura nella novella, trattandolo da cornuto, ma si conosce lo spirito del grande toscano. In realtà, corna a parte, Matteo è autore di importanti testi che verranno trascritti e poi stampati nel XVI secolo, tra tutti l'Opus Pandectarum Medicinae: un trattato scientifico sulle erbe e sul loro utilizzo in campo medico.
Delle erbe infatti Matteo era un grande esperto, così grande da aver fondato quel Giardino della Minerva ancora oggi visitabile e organizzato secondo i principi della medicina di Galeno, poi ripresa nel Medioevo e insegnata alla Scuola Medica Salernitana. I semplici, cioè piante e arbusti fondamentali per la preparazione di farmaci, erano coltivati per compensare le malattie, che secondo la medicina di allora indicavano sbalzi tra gli umori e quindi malattie. I medicamenti avevano lo scopo di compensare gli sbalzi e riportare l’equilibrio.