LA REGOLA E IL CASO
Opere dalla Fondazione Filiberto e Bianca Menna
mostra a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani
dal 15 dicembre 2022 al 29 gennaio 2023
La Fondazione Filiberto e Bianca Menna - Centro Studi d’Arte Contemporanea e la Regione Campania presentano La regola e il caso. Opere dalla collezione della Fondazione Filiberto e Bianca Menna, una mostra diffusa nel tessuto urbano di Salerno dal 15 dicembre 2022 al 29 gennaio 2023.
Programmata e finanziata dalla Regione Campania (POC 2014-2020), prodotta e promossa dalla Scabec e dalla Fondazione Filiberto e Bianca Menna con il patrocinio del DISPAC (Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno) e del Centro Ict per i Beni Culturali dell’Università di Salerno, la mostra propone dipinti, sculture, incisioni e opere espressione della sensibilità aperta e curiosa di Filiberto Menna e Tomaso Binga, al secolo Bianca Pucciarelli Menna, dei quali raccontano frammenti di storia intellettuale e di passione civile attraverso la relazione con specifici spazi dell’arte e della vita culturale di Salerno.
L’itinerario espositivo coinvolge spazi significativi della città di Salerno, luogo natale di Filiberto e Bianca Menna, come l’ex Casa del Combattente, sede della Fondazione dove sono montati i video di performance organizzate da Binga tra il 1977 e il 2022, la Collezione ceramiche Alfonso Tafuri con quattro opere di Nedda Guidi, l’Archivio di Stato con una meravigliosa tela di Carlo Alfano, Palazzo di Città con due opere di Renato Barisani e la Pinacoteca Provinciale con lavori di Georges Braque, Carlo Carrà, Marc Chagall, Otto Dix, Julius Evola, Paul Klee, Giorgio Morandi, Pablo Picasso, Enrico Prampolini, Luigi Veronesi.
La Collezione è presentata per la prima volta al pubblico, nella città di Salerno.
La regola e il caso disegna un percorso che lega la biografia intellettuale di Filiberto e Bianca Menna al tessuto urbano e alla storia recente di Salerno, di cui il visitatore può scoprire ulteriori racconti grazie ai contenuti di una applicazione mobile, realizzata nell’ambito del progetto VASARI dal Centro ICT per i Beni Culturali dell’Università di Salerno, in collaborazione con il DISPAC. Inoltre, sarà proposto un programma educativo per la scuola primaria e di mediazione per il pubblico della mostra, realizzato con la collaborazione degli studenti del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno.
Alla conferenza stampa partecipano Pantaleone Annunziata, Amministratore unico della Scabec, Franco Alfieri, Presidente della Provincia di Salerno, Vincenzo Napoli, Sindaco di Salerno, e i due curatori della mostra, Antonello Tolve (Accademia di Belle Arti di Napoli) e Stefania Zuliani (Università degli Studi di Salerno). Introduce e modera Letizia Magaldi, Presidente della Fondazione Filiberto e Bianca Menna.
La preview stampa del progetto artistico toccherà le sue varie tappe, partendo dalla sede della Fondazione.
Raccolte dal critico e storico dell’arte Filiberto Menna (1926-1989) e dall’artista e poeta Bianca Menna (1931), in arte Tomaso Binga, nel corso di una vita di comune impegno culturale e creativo, le opere della collezione della Fondazione Filiberto e Bianca Menna sono la preziosa testimonianza di una visione profondamente moderna dell’arte e della critica. Prendendo il nome dal libro dedicato nel 1970 da Menna al rapporto tra arte, architettura, design e scena urbana, La regola e il caso presenta una significativa selezione di opere provenienti da questa collezione unica donata nel 2018 alla Fondazione, attiva a Salerno e a Roma dal 1993. In particolare, il centro storico della città è stato nel corso degli anni Sessanta e Settanta del Novecento il territorio privilegiato in cui Filiberto Menna, allora docente all’Università di Salerno, ha sperimentato forme innovative di ricerca e promosso occasioni di dibattito e di intervento culturale. Un’avventura d’arte e di impegno pubblico di cui le differenti sedi espositive sono state teatro o specchio.
Giorni e orari di apertura della mostra
Ex Casa del combattente - Collezione ceramiche Alfonso Tafuri
Mercoledì, ore 16-19.30
Dal giovedì al sabato, ore 9:30-13:00 e 16:00-19:30
Palazzo di Città
Mercoledì, ore 16-19.30
Giovedì e venerdì, ore 9:30-13:00 e 16:00-19:30
Sabato, ore 9:30-13:00
Pinacoteca Provinciale
Dal martedì alla domenica, ore 9:00-19:00
Archivio di Stato
Mercoledì, ore 16.00-18.00
Giovedì e venerdì, ore 9:30-13:00 e 16:00-18:00
Sabato, ore 9:30-13:00
Info: www.scabec.it
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UFFICIO STAMPA Scabec S.p.A.
Gianluca Durante – 328 2114128
Piergiorgio Gambardella – 339 3132579
stampa@scabec.it
Responsabile comunicazione Fondazione Filiberto e Bianca Menna
Anna Rita Leonardi
info@fondazionemenna.it
LE SEDI ESPOSITIVE
Ex casa del combattente – Fondazione Filiberto e Bianca Menna
La palazzina, realizzata negli anni Venti del secolo scorso nell’ambito dei lavori di urbanizzazione dell’area dell’attuale Lungomare Trieste, ospita fin dalla sua istituzione, avvenuta nel 1989, la Fondazione Filiberto Menna, in seguito divenuta Fondazione Filiberto e Bianca Menna. Negli spazi al primo piano è stata ordinata la Biblioteca dello studioso, che rappresenta il nucleo originario del patrimonio della Fondazione, inizialmente presieduta da Giulio Carlo Argan. Il grande salone ha nel corso degli anni accolto le numerose attività culturali promosse dalla Fondazione, che si aprirono nel 1993 con una conferenza inaugurale di Achille Bonito Oliva. Tra le iniziative più significative, il ciclo di proiezioni e incontri Arte di sera, il cui primo appuntamento, Bye bye Video, aveva proposto nel 2006 una serie di opere selezionate e presentate da Bianca Menna/Tomaso Binga.
Palazzo di Città
Il 1967 è un anno cruciale per l’impegno di Filiberto Menna nello svecchiamento della cultura artistica salernitana. In questo anno, infatti, Menna è - con il sostegno del Comune di Salerno - promotore di una serie di mostre tra cui la Prima rassegna nazionale dell’incisione (agosto), che prevedeva una commissione esaminatrice composta da Maurizio Calvesi, Germano Celant e dallo stesso Menna. La rassegna, cui parteciparono tra gli altri Bendini, Boetti, Carotenuto, Del Pezzo, Paolini, Perilli, era stata realizzata con il contributo organizzativo del centro studi Colautti di Marcello Rumma, e avrebbe dovuto creare un primo nucleo collezionistico pubblico sull’arte contemporanea a Salerno. Sempre nel 1967, a settembre, Menna insieme a Renato Barilli e Gillo Dorfles cura la coraggiosa Rassegna Nazionale di Scultura, allestita all’aperto tra i portici di Palazzo di Città e via Roma, con il patrocino del quotidiano Il Mattino e il sostegno dall’Assessorato cultura e turismo del Comune di Salerno. Calò, Perez e Milano sono tra gli artisti presenti in questa seconda mostra, che provava ad allineare Salerno con le città italiane che in quegli stessi anni si stavano aprendo al dialogo con la scultura contemporanea (nel 1962 si era tenuta la grande mostra Scultura nella città a Spoleto, a cura di Giovanni Carandente). A riscuotere particolare attenzione, suscitando anche un certo scandalo, fu il lavoro dell’artista napoletano Renato Barisani, di cui oggi la mostra La regola e il caso propone a Palazzo di Città due opere che sono entrate nella collezione Menna.
Pinacoteca provinciale (Palazzo Pinto)
È nel 2001 che la Pinacoteca provinciale di Salerno trova finalmente stabile sede nelle stanze di Palazzo Pinto, un edificio monumentale che fu residenza di una delle famiglie gentilizie più antiche di Salerno, da secoli attiva nel collezionismo e nella committenza di opere d’arte. La mostra La regola e il caso fa tappa in questo nobile edificio, i cui spazi espositivi si sono di recente ampliati, per segnalare come Filiberto Menna abbia avuto il merito, non sempre opportunamente riconosciuto, di aprire la scena artistica salernitana del secondo Novecento - ancora molto legata alla tradizione e poco disposta ad avventure ed esplorazioni - alla lezione dell’avanguardia. Le opere selezionate all’interno della collezione creata da Filiberto e Bianca Menna e distribuite nelle sale di questo museo rappresentano una nota dissonante, o almeno alternativa, rispetto all’arte più amata e collezionata in città, di cui la raccolta della Pinacoteca dà conto. Il Surrealismo, protagonista nell’anno accademico 1972/73 di un seminale convegno e di una serie di iniziative e mostre promosse in città dall’Istituto di Storia dell’arte dell’Università di Salerno allora diretto da Filiberto Menna, ma anche il Cubismo, il Futurismo, il Dadaismo, l’Espressionismo e la Grande Astrazione sono qui presenti attraverso opere esemplari che offrono vertiginosi punti di fuga, possibilità di visione che si muovono oltre i rassicuranti confini della realtà artistica e collezionistica salernitana.
Archivio di Stato
Da sempre luogo che conserva e riannoda i fili della memoria cittadina, l’Archivio di Stato è punto di partenza del percorso espositivo. Nella sua prestigiosa sede, un antico complesso monumentale per molti secoli destinato all’amministrazione della giustizia della Città (nel XVI secolo vi era la Regia Udienza Provinciale) e divenuto stabilmente sede dell’Archivio nel 1934, si conservano numerosi fondi antichi e importanti archivi contemporanei. Tra questi, quello donato dal padre di Filiberto, Alfonso Menna (1980-1998), che nel secondo dopoguerra ha avuto un ruolo da protagonista della vita politica e amministrativa di Salerno, di cui è stato sindaco dal 1956 al 1970. Una scelta dei documenti di Alfonso Menna, che diede un decisivo impulso all’istituzione della Fondazione dedicata al figlio precocemente scomparso, è oggi allestita nelle bacheche della sala Bilotti, la stessa che nel 2017 ha ospitato la mostra Le carte del critico. Documenti e materiali dall’archivio di Filiberto Menna. Ad accogliere l’opera di Carlo Alfano Frammenti di autoritratto anonimo, 1973, fra le più significative della collezione della Fondazione Filiberto e Bianca Menna è la cosiddetta Cappella S. Ludovico, un antico spazio recentemente restituito alla città. In questa navata silenziosa il grande dipinto di Carlo Alfano, artista di cui Filiberto Menna ha seguito con costante attenzione e amicizia la raffinata ricerca, particolarmente attenta proprio al tema della memoria e dell’archivio e caratterizzata da un intelligente rapporto con l’antico, assume una singolare forza ieratica, una capacità di sguardo che coinvolge lo spettatore in un intenso gioco di rimandi e di riflessione.
Collezione ceramiche Alfonso Tafuri
Figura singolare di collezionista e di amatore dell’arte e della storia della sua città, Alfonso Tafuri (1926-1992) è stato protagonista a partire dalla fine degli anni ’60 di una coraggiosa battaglia civile volta a restituire dignità al centro storico di Salerno, da decenni dimenticato in una condizione di abbandono che ne aveva messo a rischio il ricco patrimonio artistico e architettonico. Coinvolgendo nel suo impegno in difesa della città antica generazioni diverse di intellettuali e di semplici cittadini, Tafuri trovò in Filiberto Menna un alleato prezioso e con lui, con il suo allievo Angelo Trimarco e con altri esponenti della cultura salernitana più aperta e sensibile, promosse una serie di iniziative che rianimarono i vicoli e i palazzi del centro storico. Alla luce di questo impegno va letta la nascita della collezione di ceramiche, davvero unica per la raccolta di riggiole (mattonelle) datate dal XVIII al XX secolo, che Alfonso Tafuri volle allestire nel 1987 in alcuni locali terranei del settecentesco palazzo Mancuso a Largo Casavecchia. La mostra diffusa La regola e il caso fa tappa nella sede di questo piccolo museo privato, oggi affidato alla cura di Simona Tafuri, per sottolineare la consonanza di intenti che legò nella difesa del centro storico Filiberto Menna ad Alfonso Tafuri, accomunanti anche dall’amore per la ceramica, di cui Menna ha più volte scritto curando alcune mostre importanti. Lo attestano le sculture di Nedda Guidi qui presentate, opere in terracotta smaltata entrate nella collezione in virtù della fortunata collaborazione tra il critico e l’artista.
APPLICAZIONE MOBILE
La necessità di offrire anche sul web la possibilità di incontrare i contenuti della mostra, opportunamente ampliati attraverso informazioni e immagini relative ai suoi luoghi e protagonisti, ha motivato la realizzazione di una specifica applicazione mobile. Realizzata da Netcom Group per il Distretto DATABENC con la collaborazione del Centro ICT per i Beni Culturali dell’Università di Salerno e del DISPAC - Dipartimento di Scienze del Patrimonio culturale che ne ha curato i contenuti, l’applicazione è in PORBEC (Portale Beni Culturali), scaricabile in store Android e IoS. I contenuti saranno accessibili anche sul sito web: https://spes.porbec.it/eventolaregolaeilcaso/home.
EDUCAZIONE E MEDIAZIONE
Fin dal 2007, quando ha promosso il seminale progetto Imparare al museo. L’artista, l’opera, il pubblico, la Fondazione Filiberto e Bianca Menna considera il momento educativo e di mediazione parte integrante delle sue proposte espositive. In occasione della mostra La regola il caso. Opere dalla Collezione della Fondazione Filiberto e Bianca Menna, viene quindi proposto un programma educativo e di mediazione realizzato con la collaborazione degli studenti del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno (Laurea in Scienze dei beni culturali, Laurea Magistrale in Storia e critica d’arte, Dottorato MeM). Gli studenti sono stati coinvolti nel lavoro di progettazione di tutte le attività, di cui saranno protagonisti anche nella fase realizzativa.
1. Attività didattiche e di laboratorio per la scuola primaria
a cura di Rita Ventre (Fondazione Filiberto e Bianca Menna)
e di Luigi Filadoro (associazione culturale étant donnés aps)
Ai bambini della scuola primaria verranno dedicate specifiche attività didattiche e di laboratorio creativo coordinate da Rita Ventre, del dipartimento educazione delle Fondazione, e da Luigi Filadoro dell’associazione étant donnés, con la collaborazione degli studenti del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno. I laboratori coinvolgeranno le scuole di Salerno e della sua provincia e saranno aperti anche alle famiglie. Questi i giorni previsti per le attività extrascolastiche: 17 dicembre, 7 e 21 gennaio (a cura di Luigi Filadoro); 21 e 28 dicembre, 14 e 28 gennaio (a cura di Rita Ventre), sempre dalle ore 16.00 alle 19.00. Per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere a educazione@fondazionemenna.it.
I laboratori:
Le parole abitate
a cura di Luigi Filadoro
Dopo una visita introduttiva alla mostra evidenziando i principali nuclei veicolati dalle opere esposte (presentate anche tramite materiale didattico multimediale appositamente strutturato), ci si sofferma sulla composizione delle lettere dell’alfabeto, attraverso vari esempi che hanno interessato la costruzione di lettere, considerate forme autonome. Dai manoscritti miniati (capilettera) decorati con motivi zoomorfici e fitomorfici, fino alle calligrafie anche casuali e desemantizzate presenti in molti quadri del Novecento (Joan Mirò, Paul Klee, Kandinskij, Antoni Tapies, Franz Kline, Capogrossi, Carla Accardi, Alighiero Boetti) si arriva alla costruzione di lettere utilizzando il proprio corpo, coinvolgendo quindi lo spazio e l’equilibrio posturale. Particolare attenzione è data alle parole abitate e messe in scena da Tomaso Binga attraverso lo storico Alfabetiere Murale del 1976. I bambini sono coinvolti in attività che spaziano dal ritaglio-composizione di lettere attraverso semplici forme geometriche, fino alla composizione attraverso pennelli e tempere e alla teatralizzazione attraverso il proprio corpo.
Materiali utilizzati: cartoncini, forbici, colle, pennelli, tempera.
Durata: 120 min.
I linguaggi dell’arte
a cura di Luigi Filadoro
Il nucleo di opere presentato alla Pinacoteca provinciale motiva un itinerario sui principali linguaggi delle Avanguardie storiche del Novecento. Attraverso materiale multimediale appositamente strutturato sono presentate le poetiche degli artisti presenti in mostra, contestualizzati alle ricerche estetiche che hanno interessato il secolo appena trascorso. Particolare attenzione sarà data al collage, particolare tecnica artistica introdotta da Braque e dai cubisti e che diventa una costante di molte importanti avanguardie, in particolar modo dei Dadaisti. A partire da materiali offerti (giornali, riviste, ecc.) e fotocopie dei quadri esposti in mostra, i bambini sono impegnati, attraverso il ritaglio, in un processo di decomposizione, scomposizione e ricomposizione che innesta interpretazione critica a favore di nuovi e originali racconti iconici, favorendo così processi metacognitivi.
Materiali utilizzati: giornali e riviste, fotocopie dei quadri della collezione esposta, cartoncini, forbici, colle.
Durata: 120 min.
Prendo posizione!
a cura di Rita Ventre
L’attività didattica, dedicata al lavoro dell’artista Tomaso Binga (al secolo Bianca Menna), si svolgerà all’interno degli spazi della Fondazione Filiberto e Bianca Menna. La prima parte dell’incontro prevede, attraverso la visita alla mostra, un approfondimento sul lavoro di ricerca dell’artista, con un focus sulla sua attività performativa. Subito dopo i bambini saranno invitati a riflettere sul presente e sugli impegni (a misura di bambini e ragazzi) che ogni giorno devono assumere nei confronti dell’ambiente, della famiglia, della società. Dalle riflessioni emergeranno le criticità del presente e le loro aspettative. Le criticità potranno essere raccontate attraverso delle cartoline, sul modello dell’operazione di Binga “Riflessione a puntate” (dodici cartoline – una per ogni mese – inviate nell’anno 1991 a 280 destinatari in tutto il mondo con l’intento di riflettere sulla Guerra del Golfo e sugli avvenimenti principali di quell’anno, caratterizzandosi con una forte critica sociale nei confronti della politica e dell’economia). Le aspettative invece verranno racchiuse in parole chiave e scritte con il corpo, utilizzando il modello dell’Alfabetiere Murale del 1976. Le parole veicolano idee e messaggi, il corpo e il testo diventano strumenti di riflessione.
Materiali utilizzati: cartoncini, colori, carta kraft.
Durata: 180 min.
L’arte e la città
A cura di Rita Ventre
L’arte e la città si influenzano a vicenda, insieme producono cambiamenti e modificano, nel tempo, il tessuto urbano. I bambini e i ragazzi, dopo una visita alla mostra, avranno l’occasione di riflettere, con il supporto delle fotografie, sui cambiamenti del centro storico di Salerno. Metteranno a confronto le immagini del secondo Novecento con quelle del presente, per osservare tutti i cambiamenti e provare a rintracciare ciò che, invece, è rimasto immutato. Nella fase successiva ogni partecipante sceglierà un’immagine e la modificherà: sostituendo, aggiungendo o eliminando degli elementi, si “approprierà” del luogo rappresentato nella fotografia rendendolo a propria misura. Nella fase conclusiva tutti gli spazi re-immaginati saranno posizionati su una mappa del centro storico: i bambini e i ragazzi daranno vita alla loro città ideale.
Materiali utilizzati: immagini del centro storico, carta, colori, fogli trasparenti, forbici, colla, mappa del centro storico.
Durata: 180 min.
2. Incontri e racconti. Attività di mediazione per il pubblico
coordinamento: Gianpaolo Cacciottolo, Stefania Zuliani
Nel corso della mostra, il venerdì pomeriggio e il sabato durante gli orari di apertura delle singole sedi, alcuni studenti della Laurea Magistrale in Storia e critica d’arte accoglieranno i visitatori proponendo loro chiarimenti e informazioni riguardo al progetto espositivo e alle opere in mostra, e offriranno agli interessati spunti di riflessione e racconti che possano sollecitare ulteriori domande e curiosità. L’obiettivo è quello di migliorare l’esperienza di visita rendendola più consapevole e gratificante, anche attraverso una maggiore contestualizzazione del progetto: ampio spazio sarà quindi dato alla biografia critica e artistica di Filiberto e di Bianca Menna/Tomaso Binga e degli artisti in mostra, e verrà anche proposto il racconto di episodi e luoghi significativi della storia del centro storico di Salerno, città di origine di entrambi i protagonisti della mostra e teatro di alcune importanti vicende e iniziative culturali e artistiche di cui lo stesso Filiberto Menna è stato animatore. Senza sovrapporsi ai contenuti dei pannelli didattici, la narrazione affidata agli studenti vuole soprattutto proporsi come momenti di incontro e di scambio, ribadendo il valore relazionale e di ricerca che la Fondazione attribuisce alla propria attività espositiva. Per valutare l’efficacia del progetto espositivo e delle attività ad esso collegato, gli studenti hanno inoltre elaborato un questionario che il pubblico sarà invitato a compilare. I risultati verranno quindi elaborati e comunicati al termine dell’esposizione.