Il Museo Città Creativa nasce per valorizzare il passato e il presente dell'arte ceramica ed è uno spazio dinamico nel quale si alternano mostre, eventi e laboratori creativi.
Il museo
Il museo è nato nel 1997 come “spazio-laboratorio” e luogo di sperimentazione e documentazione sulla ceramica contemporanea.
È situato sulla collina di Rufoli, nella frazione di Ogliara, a poca distanza dalle antiche fornaci dei Fratelli De Martino, produttori del cotto locale secondo gli antichi rituali del fuoco.
Il Museo Città Creativa punta a ridare vitalità alla tradizione storico-artigianale di Rufoli, riscoprendo l’identità di un territorio caratterizzato da secoli di attività ceramiche.
Sin dalla sua nascita organizza attività educative e didattiche, ospita nuovi artisti, promuove occasioni di incontro e dibattito sulla tradizione ceramica locale, nazionale e internazionale.
Il museo collabora con associazioni, artisti, istituzioni e imprese, accogliendo esposizioni di arte ceramica contemporanea, corsi di ceramica, performance artistiche, laboratori di decorazione ed altre arti applicate, con particolare attenzione alle giovani generazioni.
La collezione
La collezione di arte ceramica si è formata gradualmente attraverso le donazioni effettuate da artisti, ceramisti, architetti e associazioni attivi al museo o che sono stati protagonisti di mostre ed esposizioni nel corso degli anni.
Tra gli artisti che hanno esposto al Museo Città Creativa rientrano figure di spicco del panorama nazionale e internazionale: Riccardo Dalisi, Lello Esposito, Lucio Liguori, Ugo Marano, Enrica Rebeck e Marco Bacchilega (Bottega Ta), Monica Amendola, Ilaria Di Giacomo, le honduregne Ubaldina e M. Magdalena Manzanares, gli argentini Josè Bravo ed Aitor Romano, l’italo-francese Biagio Pancino, Sofia e Pierluigi De Mas, Gelsomino D’Ambrosio, Pietro Falivena, Augusto Pandolfi, Antonio Petti, Marco Vecchio, Pietro Lista, Giovanni Cavaliere, Ferdinando Vassallo.
In occasione dell’edizione 2003 del festival Cartoons on the Bay il museo ha invitato filmakers ed illustratori a decorare una o più mattonelle in cotto di Rufoli. La collezione, composta da più di 100 mattonelle, è in mostra permanente presso il museo ed è firmata, tra gli altri, da Bruno Bozzetto, Yusako Fusaki, Lino e Rosanna Banfi, Pierluigi Pagot (figlio del creatore di Calimero), Maurizio Nichetti, Fusako Yusaki, Gregoire Solotareff.
Curiosità / da sapere
- La ‘terra-madre’ della ceramica campana
Rufoli è l’antica terra-madre da cui i vasai di Vietri e di tutta la Campania hanno ricavato la materia prima della propria opera. Fin dai tempi degli Etruschi la zona è stata sede di attività di estrazione e lavorazione ceramica dalla quale ha avuto origine l’antica scuola vietrese, rilanciata e rinnovata fra gli anni venti e trenta del Novecento dal cosiddetto “gruppo tedesco”, capitanato da Richard Dolker.
Sul finire degli anni Cinquanta, nuovi laterizi più economici sostituirono i vecchi mattoni in cotto. Prodotti su scala industriale sostenevano economicamente meglio il boom edilizio e demografico di quegli anni. E la produzione artigianale subì una prima sterzata che gradualmente continuò negli anni.
I blocchi di creta vengono pressati e sagomati. Le forme ottenute sono impilate e coperte con sacchi, per non farle seccare. La rifilatura avviene su uno scanno di legno. I ritagli di argilla (tagliatura) cadono nella carriola, antistante lo scanno, e saranno in parte utilizzati quali distanziatori nel caricamento della fornace. Comincia il lungo e delicato procedimento dell'essiccazione. Successivamente vengono esposte al sole a spina di pesce o a palombella. Si è finalmente pronti a caricare il forno. Occorrono quattro giorni di lavoro. La cottura dura 36 ore.
- Le antiche Fornaci de Martino
Attualmente le Fornaci De Martino sono le uniche superstiti dei modi e dei ritmi artigianali per la produzione della ceramica. Chi le visita può assistere al suggestivo ciclo ceramico a fascìne, oramai del tutto scomparso, che va dall'estrazione nella cava fino al lavoro dello scalpellino, che rifila ogni mattonella una ad una.
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