Giovedì 18 Maggio ore 20.00
EMILIO AVERSANO, PIANOFORTE
Schubert, Improvviso op. 90 n. 3- Improvviso op. 90 n. 4
Beethoven, Sonata op. 31 n.2 "La Tempesta" - Sonata op. 57 "Appassionata"
Scarlatti, Sonata in mi magg. K 531- Sonata in fa min. K 239
Chopin, Notturno Op. 9 n. 1 - Notturno Op. 9 n.2
Il classicismo, inteso come recupero della tradizione classica greca e latina, è il leitmotiv di questo concerto. Come più volte menzionato nelle pagine nazionali degli spettacoli del Corriere della sera e dal filosofo Quirino Principe sulle pagine de Il Sole 24 ore, il pianista Emilio Aversano ritrova nel mondo classico e nella Magna Graecia una sorta di energia e speranza di palingenesi culturale. Infatti la "Maratona" per pianoforte e orchestra (l'esecuzione di seguito di quattro concerti per pianoforte e orchestra nella stessa serata), ispirata alla folle corsa di Fidippide per annunciare agli ateniesi la vittoria dei greci nella battaglia di Maratona, è un genere esecutivo la cui invenzione è stata riconosciuta dai quotidiani su menzionati ad Aversano, che l'ha eseguita a Milano (Sala Verdi del Conservatorio), Lipsia (Gewandhaus), Berlino (Universität der Kunst), Vienna (Sala d'oro del Musikverein).
È in tale direzione che si muove la scelta di presentare due Sonate di Domenico Scarlatti e due Sonate di L. Van Beethoven, oltre che due improvvisi dall'op. 90 di F. Schubert e due notturni di Chopin. Non è un caso, dunque, che Scarlatti sia l'autore più importante della grande scuola napoletana del 1700. La folgorante dialettica dei temi presente nelle sue Sonate ha precorso - più di ogni altra composizione dell'epoca - la Forma Sonata, di cui Beethoven fu il più ardito innovatore a partire dalla creazione di una comunanza strutturale ritmica tra i due temi principali, celata dietro un'opposizione di carattere emotivo degli stessi e in cui la critica più attenta ha ritrovato un chiaro riferimento alla filosofia di Parmenide di Elea e conseguentemente di Eraclito.
La Sonata " Appassionata" ne è l'esempio più fulgido. Sulla stessa linea programmatica la proposta degli improvvisi Op. 90 n. 3 e n.4 di Schubert. L'improvviso n.3, in particolare, dal punto di vista metrico fonda il tema sul dattilo, metro classico per eccellenza, ed attraverso uno sviluppo delicatissimo della melodia volge verso un'atmosfera che precorre in maniera mirabile il romanticismo, dunque il mondo della nostalgia e del mistero. I due notturni di Chopin previsti in programma nn sono altro che la naturale continuazione della scrittura schubertiana, ancor più impreziosita dalla codificazione del "rubato", certamente già presente in nuce in autori precedenti ma che il genio polacco ebbe la capacità di affermare come nessun altro.