Alfonso Menna

Sindaco di Salerno per 14 anni, Alfonso Menna seppe trasformare la città e farla rinascere dalla tremenda alluvione del 1954, gettando le basi per un modello di sviluppo sociale ed economico che produsse occupazione e benessere, pur in presenza di ombre.

Alfonso Menna nacque a Domicella nell’avellinese nel 1890 e conseguì il diploma di segretario comunale. Fu assunto al comune di Salerno con le funzioni di vice segretario di sezione dove prese servizio presso la segreteria generale, poi raggiunse il vertice della carriera con la qualifica di segretario generale di prima classe. Ad oggi ancora vivo nella memoria della gente fu il suo impegno civile nell’alluvione di Salerno del 1954 che vide lo stesso Menna come primo soccorritore, tanto da meritarsi, nel 1958, la decorazione di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Militò nella Democrazia Cristiana e accettò nel 1956 la proposta di candidarsi al consiglio comunale di Salerno nelle elezioni indette. Anche se non poté partecipare alla campagna elettorale a causa di un grave infortunio, giungendo a Salerno solo pochi giorni prima del voto, gli bastò pochissimo per sovvertire ogni pronostico: pur essendo il 23° della lista, fu il primo eletto, contro il deputato Carmine De Martino.

Nel 1968 fu insignito della Medaglia d’oro al merito civile poiché «poneva le sue eccezionali capacità di amministratore e di organizzatore al servizio della collettività, promuovendo e potenziando, con feconda continuità, ogni iniziativa volta al processo di rinnovamento del Mezzogiorno ed allo sviluppo sociale ed economico della città di Salerno.»

Con Menna nacque la “nuova” Salerno: costruì il tanto discusso porto commerciale e l’orfanotrofio Umberto I di cui fu presidente, ridisegnò il Lungomare e Piazza della Concordia, valorizzando il verde pubblico e le colline, recuperò il Castello detto di Arechi e il Forte La Carnale. Rivoluzionò la città rendendola dinamica e produttiva, un cantiere continuo e sempre aperto, tanto da essere soprannominata la “Torino del Sud”. Fu un periodo anche di speculazione edilizia, però, che allo sviluppo inferse qualche ferita che ancora non è sanata. 

Il suo nome è anche legato alla storia di Battipaglia, poiché si impegnò per la fondazione del Comune, che amministrò fino al 1931.