In un antico palazzo sede della Regia Udienza, poi denominata Gran Corte Criminale, fin dall'epoca aragonese si è amministrata la giustizia. Oggi il complesso ospita il ricco patrimonio archivistico della città e del suo territorio.
In uno dei luoghi più ricchi di storia di Salerno, in quello che probabilmente era il Foro della città romana, sorge il palazzo che ospita l’Archivio di Stato, sede in epoca longobarda di case e chiese oggi scomparse. Qui fu edificato un palazzo in epoca aragonese, che incorporò la Chiesa di San Ludovico, recentemente messa a disposizione della cittadinanza con i suoi begli affreschi.
Per secoli questo palazzo fu sede della Regia Udienza, cioè del tribunale di Salerno, e questa destinazione gli fu conservata con l’avvento ai primi dell’Ottocento dei regni napoleonidi e poi dalla Gran Corte Criminale, che in epoca borbonica definiva il tribunale penale. Solo con la costruzione del Palazzo di Giustizia al Corso Vittorio Emanuele nel 1934, la destinazione dell’edificio divenne quella attuale. Il processo più famoso fu quello intentato ai protagonisti sopravvissuti della spedizione di Sapri, con la condanna a morte, commutata all’ergastolo, di Giovanni Nicotera, il collaboratore più vicino di Carlo Pisacane.
Il Patrimonio dell'Archivio di Stato di Salerno è assai ricco: circa centomila pezzi di documentazione cartacea e più di mille pergamene, oltre ad una biblioteca di circa ventiquattromila volumi. Periodicamente vengono organizzate esposizioni ed eventi che mettono in mostra alcune parti del patrimonio, che riguarda, inevitabilmente, anche reperti della Scuola Medica Salernitana, tra cui alcuni diplomi di laurea.