Il museo
Il Museo dello Sbarco, inaugurato nel settembre 2012 sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, è dedicato ad uno dei periodi cruciali della Seconda guerra mondiale, cominciato il 9 settembre 1943 con l’operazione Avalanche guidata dal Generale Clark, a cui è intitolato il lungomare di fronte alla sede del museo.
Fu proprio la costa salernitana ad essere testimone dell’arrivo di 200.000 soldati nella più importante operazione anfibia della storia moderna, prima dello sbarco in Normandia: un momento chiave per il conflitto mondiale e per i futuri destini dell'Italia.
Nel periodo successivo allo sbarco, Salerno ospitò i primi governi dell'Italia post-fascista e la famiglia reale, divenendo di fatto ‘Capitale’ fino alla liberazione di Roma (5 giugno 1944). In questo periodo si verificò la cosiddetta "svolta di Salerno", in cui gli antifascisti, la monarchia e Badoglio trovarono un compromesso per un governo di unità nazionale.
L’esposizione
Il percorso espositivo include circa 200 reperti provenienti dalla collezione dell'associazione "Parco della memoria della Campania".
Tra gli oggetti in mostra ci sono filmati inediti dello sbarco, fotografie, medaglie, uniformi militari dell'esercito tedesco e americano, armi e attrezzature. All'esterno del museo viene conservato un carro armato M4 Sherman, una jeep Willis e un vagone ferroviario piombato utilizzato dai nazisti per deportare gli ebrei italiani. Quest'ultimo è uno dei pochi esempi rimasti al mondo di quelli destinati al campo di concentramento di Auschwitz.
Curiosità
Il distintivo militare (Patch) del 36° Genio USA di stanza a Salerno nel periodo successivo lo sbarco, che ispirò il pittore e vignettista salernitano Gabriele D'Alma per dipingere il logo della squadra di calcio Salernitana.
Nel 1990 l'isola caraibica di Grenada, facente parte del Commonwealth britannico, ha emesso un francobollo commemorativo dello Sbarco di Salerno del 9 settembre 1943.
Da sapere
Con il nome in codice Operazione Avalanche, lo sbarco ebbe inizio alle ore 3:50 del 9 settembre 1943, poche ore dopo che Pietro Badoglio aveva informato il popolo italiano, via radio, dell'armistizio con gli Alleati anglo-americani. Il corpo di sbarco, guidato dal generale statunitense Mark Waye Clark, era composto da 450 unità anfibie che trasportavano 100.000 soldati britannici e 70.000 americani, tutti provenienti dal nord Africa e dalla Sicilia.
Salerno fu sede del Governo e Residenza Reale dall'11 febbraio al 15 luglio 1944. In quei mesi il Re Vittorio Emanuele III andò ad abitare a villa Guariglia a Raito, mentre i ministeri si divisero tra il Palazzo di Città, dove aveva appunto sede la Presidenza del Consiglio, e altri palazzi, dal Tribunale, dove aveva sede il Ministero della Giustizia, o il Palazzo delle Poste per il ministero omologo, o Palazzo Natella, per il Ministero dei Lavori Pubblici. Con la liberazione di Roma, avvenuta nel giugno del 1944, la capitale ritornò la città eterna.
Il segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, arrivò a Salerno dall’Unione Sovietica dove aveva risieduto durante il Ventennio e annunciò che, in attesa di liberare tutta la Penisola, occorreva l’unità di tutti i partiti antifascisti e accantonare la questione istituzionale a dopo la liberazione. Fino ad allora i partiti si erano rifiutati di collaborare con la monarchia, collusa con il Regime, ma Togliatti rese l’unità contro il fascismo privilegiata rispetto a ogni altra esigenza.
Il museo fa parte della rete Salerno Musei --> Scarica la mappa
Audioguida (sintesi vocale automatica)
"I musei si raccontano" (2021) - Il Museo dello sbarco e Salerno Capitale, con Nicola Oddati