Eccellente testimonianza del complesso e stratificato passato della città, Palazzo Fruscione racconta ai visitatori venti secoli di storia salernitana, di cui è possibile cogliere traccia nelle architetture e negli affreschi recuperati visibili al suo interno.
Tra vicolo Adelberga e vicolo dei Barbuti, sul lato settentrionale della Chiesa di S. Pietro a Corte, sorge il palazzo noto con il nome di “Fruscione”, dal cognome dell’ultima famiglia che lo ha abitato e alla quale fu espropriato per renderlo patrimonio pubblico.
Costruito verso la metá del XIII sec. è stato erroneamente definito prima un avanzo della residenza salernitana di Arechi II, poi “palazzo dei principi normanni”. L’edificio, che presenta diverse stratificazioni archeologiche, poggia parzialmente sui resti di un complesso di terme romane, estensione del vicino plesso termale di S. Pietro a Corte. I recenti lavori di restauro hanno portato alla luce elementi di muratura, frammenti di affreschi ed un mosaico romano quasi del tutto integro, risalenti al I-II sec. dopo Cristo.
Le tarsie in tufo giallo e grigio presenti sulla facciata suggeriscono un’origine ancora più antica del palazzo, riferibile presumibilmente all’epoca normanna. Al XIII sec., quando il palazzo fu interessato da importanti interventi di ristrutturazione, risalgono i tre portali presenti su Vicolo dei Barbuti e gli ambienti su vicolo Adelberga, mentre il secondo piano fu aggiunto nel XIV sec., durante il periodo angioino. Nel corso del Seicento il pian terreno fu adibito a stalle, come testimonia un documento notarile datato 1575 che colloca all’interno dell’edificio una ‘casa di alloggiamento’, una sorta di ospizio di proprietá della cattedrale.
La facciata orientale è ornata con elementi architettonici di pregio. Al pian terreno sono visibili tre portali sormontati da archi a tutto sesto, al primo piano, cinque bifore scolpite e al secondo piano una serie di polifore intrecciate con archi acuti sorretti da colonnine.
Nel 2013 si é conclusa l'importante opera di recupero strutturale condotta dall'amministrazione comunale con l'obiettivo di trasformare il palazzo in un grande polo culturale nel cuore della centro storico della cittá.