Largo Campo al "centro" del Centro Storico, è una piazza affascinante, con il magnifico palazzo Genovese a fare da quinta e la fontana dei delfini che abbellisce un angolo.
Piazza Sedile del Campo, "Largo Campo" per i salernitani, è stato nelle varie epoche della storia cittadina il centro propulsore di ogni attività. Qui nell’antichissimo "Campus grani" i romani tenevano il mercato del grano e qui si svolgeva la vita salottiera della città antica, con la "banca", "i negozi di lusso”, "il caffè dei signori”, il gioielliere di "antica casa", la modista "capricciosa" e la libreria "progressista".
Qui, nel tardo Medioevo, le corporazioni di artigiani avevano la facoltà di esprimere lagnanze e discutere alla presenza dei notabili del seggio.
A "porta Rateprandi", inizialmente, si incrociavano importanti vie della parte alta della città antica, ma, in seguito, con l’apertura di Porta Catena, la zona sino "all'arco di Arechi" fu ampiamente trasformata. All'altezza dell'antica "porta Rateprandi", è situata la Chiesa di S.Andrea de Lavina.Fondata nell’806, ha una Cripta adorna di affreschi preziosi, la facciata medievale e il campanile arabo.
Al 1600 risale la costruzione della fontana, attribuita erroneamente al Vanvitelli, esposta in fondo alla via Dogana Vecchia, con delfini, vasca a calice e maschere grottesche, zampillanti di rinfrescanti acque.
Nella Piazza del Campo si affacciano inoltre alcuni palazzi nobiliari, come il Palazzo Bottiglieri, dal progetto simmetrico e dal magnifico portale di tufo con caratteristica testa e il Palazzo Genovese, di arte barocca, oggi sede di eventi espositivi.
Adiacente alla piazza del Campo ritroviamo il vicolo delle Galesse. Un tempo ricco di botteghe di artigiani che costruivano calessi, il vicolo oggi è ricordato, perché qui è nato e ha trascorso l'infanzia e la prima giovinezza il poeta Alfonso Gatto (1909- 1976).
Procedendo da Largo Campo verso Porta Catena si può entrare nel caratteristico rione Fornelle. Nato intorno al IX secolo, si chiama così a ricordare la presenza di forni per la cottura delle ceramiche impiantati dai Vietresi. Durante il Principato qui vennero ospitati anche amalfitani in fuga dagli incursori saraceni, che incrementarono lo sviluppo dei forni per la cottura delle terraglie. Prima dell'alluvione del 1954 che colpì soprattutto questo rione, l'originalità delle Fornelle era data da vicoletti molto stretti con case dotate di ampi terrazzi sui cortili.
Oggi il quartiere è sede di un progetto di arte di strada con murales che lo abbelliscono e che meritano un’attenta visita.