Il Guiscardo e l’assedio di Salerno
Il Guiscardo assedia Salerno, la conquista al cognato Gisulfo e la lancia nel suo periodo più splendido.
Salerno era governata dai principi longobardi da quattro secoli, oramai i più barbari tra i barbari – come vennero definiti – si erano raffinati ed erano gli eredi della cultura romana.
Guaimario aveva esteso il suo dominio su gran parte del Sud e aveva messo le basi della Opulenta Salernum. Il figlio, Gisulfo II gli era succeduto, dopo un colpo di mano in cui il Principe era stato assassinato. Ma Gisulfo non era all’altezza del padre, e nel Mezzogiorno oramai si stavano affermando nuovi arrivati, i terribili e valorosissimi Normanni. Tra questi spiccava Roberto, detto il Guiscardo, cioè l’astuto, formidabile guerriero e abile politico.
Con la riluttanza di Gisulfo, la sorella Sichelgaita era andata sposa a Roberto, che aveva già una moglie normanna, che venne ripudiata. Così il nuovo potere si univa ai nobili longobardi, ma le conflittualità invece di assopirsi aumentarono. Le ambizioni, e le capacità militari, del Guiscardo erano senza limiti: si scontrò, sempre vincitore, con i bizantini in Puglia, mandò il fratello in Sicilia a scacciare gli arabi, arrivò anche a invadere l’impero bizantino cingendo di assedio la stessa Bisanzio. Salerno non poteva restare fuori dalle sue mire, spinto in questo anche dalla moglie. Fu così che la città venne assediata, con Gisulfo che si rinchiuse entro le mura, nonostante i tentativi della sorella che gli chiedeva di cedere. Il lungo assedio venne interrotto da un tradimento interno, che fece entrare l’esercito assediante in città e Gisulfo si ritirò nell’imprendibile castello, finché fu convinto a cedere e, in cambio della vita, fu fatto espatriare e fuggire a Roma.
Salerno divenne dunque capitale del dominio normanno, e Roberto costruì il nuovo palazzo, noto come Castel Terracena, e fece edificare lo splendido Duomo dedicato a San Matteo, le cui preziosissime reliquie erano conservate in città da oltre un secolo. Con l’Abate Alfano fu rilanciata la Scuola Medica che arrivò al suo massimo splendore, la città divenne sede importantissima di traffici, ospitò anche il papa Gregorio VII che qui morì e fu sepolto. Sembrava l’inizio di una nuova era in cui Salerno, capitale di tutto il Mezzogiorno. Ma Roberto morì, e i Normanni conquistarono la Sicilia e instaurarono un regno che durerà ottocento anni. La capitale diverrà Palermo e per Salerno inizierà un declino costante.