Il Museo diocesano 'San Matteo' conserva uno dei patrimoni culturali più ricchi della provincia di Salerno ed è un punto di riferimento per la conoscenza dell'arte e della cultura campana dal medioevo al XVIII secolo.
Il museo
Il Museo ha sede nello storico palazzo del Seminario arcivescovile, che fu, precedentemente, l'ultima sede della Scuola medica salernitana (soppressa nel 1811).
Lo stesso edificio ospita anche la Biblioteca e l'Archivio diocesani, dove sono conservati antichi volumi, documenti e centinaia di pergamene medievali.
L'attuale facciata del palazzo ha un'elegante linea neoclassica, risultato delle modifiche apportate dall'arcivescovo Lupoli nel 1832. Il design simmetrico è incentrato sul portone centrale, decorato con lo stemma in marmo dell'arcivescovo, mentre il balcone superiore è incorniciato da un piccolo santuario che richiama lo stile dei templi classici.
La collezione
Il nucleo originario della raccolta era costituito dalle opere d'arte donate dal marchese Ruggi d'Aragona e dall'arcivescovo Isidoro Sánchez de Luna, nonché da notevoli manufatti conservati nella sagrestia della Cattedrale. Fu arricchito nel tempo anche da altre opere provenienti da chiese della diocesi e da interessanti reperti acquistati sul mercato antiquario o provenienti da lasciti testamentari.
Fra tutte le opere, si segnala innanzitutto il ciclo degli avori, la più vasta e completa raccolta di tavolette d’avorio del Medioevo cristiano esistente al mondo. Il ciclo si compone di 64 pezzi, di cui 34 illustrati con scene raffiguranti episodi del Vecchio e Nuovo Testamento. La datazione sarebbe compresa tra la fine dell’XI e i primi decenni del XII secolo.
Altra opera di rilevo è l’Exultet, un rotolo in pergamena del XIII secolo, composto da 11 fogli illustrati con miniature, che veniva usato durante la liturgia del Sabato Santo.
A queste due preziose opere si affiancano dieci codici medievali, tra cui spicca dal punto di vista artistico il Pontificale, realizzato in più momenti tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, come è possibile dedurre dagli stemmi a piede di pagina e dalle tecniche utilizzate.
La Pinacoteca del Museo è composta da quasi 100 dipinti, espressione della cultura figurativa dell'Italia meridionale dal XIII al XVIII secolo. Fra le opere esposte si ricordano:
- una Croce dipinta nel XIII secolo;
- la Crocifissione opera di Roberto d'Oderisio, uno dei protagonisti dell’arte gotica a Napoli;
- la Pietà proveniente dalla chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano, risalente agli ultimi decenni del XIV secolo;
- l’Incoronazione della Vergine di Eboli del XV secolo;
- un pannello raffigurante San Michele Arcangelo, opera di Cristoforo Scacco;
- diversi dipinti di Andrea Sabatini da Salerno, importante pittore del primo quarto del XVI secolo (Pietà, La Madonna e i Santi Aniello e Leonardo, La Madonna di Costantinopoli).
Opera di grande rilevanza è anche la cosiddetta Croce del Barliario del secolo XII.
La scultura è presente con pochi pezzi, ma di grande interesse, come un San Giuseppe in legno dorato risalente al XV secolo, il San Martino, la Madonna con Bambino e la Madonna delle Grazie in terracotta dipinta.
Presso il museo è conservata la Lapide di Alfano I datata 1078, primo documento della conquista normanna di Salerno, e un medagliere che conserva numerose monete dall’Antichità al Rinascimento.
Tesori da scoprire
- Il Crocefisso detto del Barliario
Situato nella seconda sala “del Crocefisso” e proveniente dalla Chiesa di San Benedetto, è uno straordinario esempio di arte lignea del 1200. Raffigura Cristo Triumphans, secondo la tradizione bizantina. Anche se ha subito notevoli danni in seguito a un incendio dell’Ottocento, l’opera conserva ancora un viso fortemente espressivo e presenta due tabelle laterali raffiguranti la Madonna e San Giovanni.
- San Michele Arcangelo - Cristoforo Scacco, 1503-1505
Il dipinto raffigura il Santo nel ruolo di “pesatore” di anime e guerriero difensore del bene. Nel dipinto sono stati identificati influssi dall’area umbro-emiliana e richiami allo stesso Leonardo. Cristoforo Scacco, pittore di formazione bramantesca e padovana-mantegnesca, fu attivo tra Napoli e Lazio meridionale.
- La Pietà - Andrea Sabatini, Prima metà XVI secolo
Si tratta di un dipinto di grande intensità, realizzato nella prima metà del Cinquecento, probabilmente come pala d’altare. In essa pittura e scultura si compenetrano, tra il virtuosismo pittorico della tavola e la meravigliosa cornice intagliata e dorata, tipica delle opere del primo Rinascimento.
Curiosità da sapere
Tra l’Ottocento e la Seconda Guerra mondiale, alcuni degli avori sono stati portati via da collezionisti del tempo o dagli eserciti occupanti. Attualmente si trovano divisi tra il Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, i Musei statali di Berlino, l’Ermitage di San Pietroburgo e il Museo di Belle Arti di Budapest.
- Una preghiera con immagini
In età medievale l'Exultet veniva scritto su un lungo rotolo di pergamena che il diacono o il cantore leggeva durante la notte di Pasqua facendolo scorrere dal pulpito verso i fedeli raccolti in preghiera. Il testo era scritto nel senso di lettura del cantore, mentre le immagini erano incise o dipinte, sullo stesso lato del rotolo, ma nel verso opposto a quello della parte scritta. In questo modo, mentre la pergamena veniva fatta scorrere giù dal pulpito, i fedeli che non conoscevano il latino colto potevano comunque seguire la storia e la preghiera attraverso le illustrazioni.
Il Mago Barliario è un personaggio storico vissuto a Salerno nel XII secolo, su cui si narrano tante leggende, tra le quali la miracolosa costruzione in una notte del Ponte dei Diavoli. Si narra infatti che una volta scommise che avrebbe costruito un acquedotto in una sola notte, un acquedotto capace di portare l’acqua in tutta la città. Chiese dunque aiuto a Lucifero, perché gli affidasse la sua corte infernale per portare a termine l’impresa. Il Signore degli Abissi gli mandò ben mille diavoli in aiuto.
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"I musei si raccontano" (2021) - Il Museo diocesano San Matteo, con Don Luigi Aversa